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Inizia il millennio e il giorno di ferragosto una ragazzina comincia a scrivere il suo diario. È a Milano da sola e per vincere la malinconia, il senso di abbandono, l'assenza di amici e parenti ripercorre l'itinerario della sua adolescenza: l'infanzia felice, i cambiamenti di casa e città, la separazione dei genitori, l'approdo a Milano proprio quando è ormai diventata un po' grande. Nel vuoto della città estiva l'isolamento nel quale è finita si rivela più duro e pesante, come se fosse impossibile uscirne, i modi nei quali durante l'anno aveva cercato di evadere, se già allora erano stati deludenti, ora si rivelano persino impossibili. Per cercare compagnia una ragazza può sempre mostrarsi disponibile a far l'amore coi ragazzi o anche con uomini più grandi e maturi: il sesso, in fondo, è un modo di stare con gli altri, di condividere sensazioni ed esperienze. Francesca Duranti ha scelto di calarsi nei panni di una sedicenne dell'anno 2001 e di restituirci le sue ansie e i problemi che la fanno disperare, ha provato a scavare nelle ragioni di un mal di vivere che ha radici nella crisi tormentata della famiglia e della scuola, nell'inutilità di genitori incapaci di crescere, per paura di confrontarsi con il terribile desiderio di farla finita, con la sofferenza che appare senza scampo.